Olbia (in sardo Terranòa, in gallurese Tarranóa), città
di oltre 50mila abitanti nel nord della Sardegna, in Gallura, è
capoluogo (con Tempio Pausania) della provincia di Olbia-Tempio.
È l'antica capitale del Giudicato di Gallura.
Storia
L'attuale territorio di Olbia fu abitato prima dai nuragici, dei
quali presenta un notevole numero di siti e rovine preistorici tra
cui il pozzo sacro di Sa Testa, la tomba di giganti (sepoltura megalitica
collettiva) di Su Monte 'e s'Abe e il nuraghe Riu Mulinu a Cabu
Abbas. Dal VI secolo AC venne forse frequentato per un breve periodo
dai greci (secondo la tradizione greca citata da Diodoro, Strabone
e Pausania il nome della città di Olbia deriverebbe dal greco
Olbiòs (felice) e successivamente dai punici, a cui devono
essere attribuite le prime tracce di un vero insidiamento urbano
(tra il V e il IV secolo AC), cinto da mura, nella parte più
interna del golfo. Dal 238 a.C. i Romani riedificaro la città
sull'impianto punico e fecero di Olbia il più importante
centro della costa orientale sarda, grazie al suo porto (il più
vicino alla penisola) da cui partivano i carichi di materie prime
verso la capitale, anche se talvolta minacciata dalle incursioni
delle popolazioni còrse della Gallura e dai Balari del Monteacuto.
Città notevole (con una popolazione stimata in oltre 5000
abitanti) dotata di foro, strade lastricate, terme pubbliche ed
acquedotto (dal monte Cabu Abbas, dal latino caput aquarum), vi
risiedeva e possedeva vasti latifondi e una fabbrica di laterizi
(riportanti il bollo 'Actes Aug[usti] l[iberta]') la liberta di
Nerone, Atte, esiliatavi dopo il matrimonio dell'imperatore con
Poppea. Al 304 d.C., sotto il regno dell'imperatore Diocleziano
vi è attestato il martirio di San Simplicio, trafitto da
una lancia e morto dopo tre giorni di agonia insieme ai suoi tre
compagni Rosola, Diocleziano e Fiorenzo, e poi seppellito nella
necropoli romana fuori dalle mura.
Decaduta la città romana per le incursioni prima vandaliche
(466) e poi arabe/piratesche, a cui si aggiunse l'interramento del
porto e la diffusione delle infezioni malariche nella fascia costiera,
dopo la riconquista della Sardegna da parte di Bisanzio (534) risorse
nell'entroterra con il nuovo nome di Phausiana (o Fausania, da localizzarsi
nell'attuale zona di Pasana o nella collina circostante il San Simplicio)
intorno alla fine del VI secolo, periodo in cui vi è attestata
la presenza di una sede vescovile, una delle più antiche
dell'isola (forse fondata già dal IV secolo, insieme a quelle
di Cagliari, Forum Traiani, Sulcis, Turris Libissonis e Cornus).
Tra la fine del VI e l'inizio del VII secolo papa Gregorio Magno
affidò al vescovo di Phausiana, Vittore, la rifondazione
della diocesi da tempo vacante e l'evangelizzazione delle popolazioni
dell'interno della Gallura e della Barbagia settentrionale, nel
più ampio quadro della cristianizzazione della Sardegna e
della Corsica. Nel Medio Evo dal 1113 la città è nuovamente
attestata nel sito originale con la denominazione di "Civita" (probabile
pronuncia /kivita/) divenuta la capitale dell'esteso ma disabitato
Giudicato di Gallura (o Gallula, uno dei quattro regni in cui era
stata divisa la Sardegna dal IX secolo), capoluogo della curatoria
di Fundu de Monte, e sede di una diocesi estesa all'intero territorio
giudicale (documentata nel 1095 come Episcopatus Gallurensis e probabile
continuazione della diocesi di Phausiana); Per iniziativa dei pisani
che dopo aver difeso il Giudicato dalle incursioni arabe avevano
ne assunto il dominio, venne quindi ribattezzata in "Terranova"
(mentre il termine Civita rimarrà esclusivamente ad individuare
amministrativamente la diocesi); Città murata (sulla porta
principale verso terra vi campeggiava lo stemma giudicale), centro
del potere religioso (la cattedrale extra-muros di San Simplicio
realizzata sull'antica necropoli punico-romana in cui erano seppelliti
i resti di San Simplicio) e civile (il palazzo giudicale era probabilmente
nel luogo

della
ex caserma della Guardia di Finanza in Corso Umberto, con cappella
palatina presso la chiesa di San Paolo), pur con la ripresa dell'attività
del porto non raggiunse tuttavia mai i fasti di una vera città
capitale (nel 1324 contava su una popolazione di appena "132 uomini"
e le fonti riportano come parte della città fosse in rovina
e disabitata e ne venissero prelevati i resti anche per l'erezione
del complesso della Piazza dei Miracoli a Pisa) anche se ne deteneva
i diritti storici (ma gli stessi Giudici spesso itineravano tra
le varie curatorie), mentre il pesante vincolo pisano nella conduzione
del Giudicato ne limitava fortemente l'autonomia (dapprima con l'insediamento
al governo giudicale della famiglia pisana dei Visconti e quindi
definitivamente dal 1296 con la morte del Giudice Nino Visconti,
citato da Dante Alighieri nella Divina Commedia). A questo periodo
risale comunque il fortilizio del Castello di Pedres, di cui si
hanno notizie tra il 1296 ed il 1388.
Nel 1323 la Sardegna viene conquistata dagli Aragonesi e sotto
questa dominazione vi venne istituito il regime feudale che comportò
la disgregazione del Giudicato di Gallura, con il solo mantenimento
dell'organizzazione territoriale in Curatorie (ribattezzate Incontrade):
Terranova fu prima nell'omonima Signoria, poi della baronia di Terranova,
e quindi Marchesato dal 1579. Di fatto XIII al XVI secolo la città
decade lentamente per problemi legati all'interramento del porto
ormai impaludato e all'insalubrità ambientale e alla presenza
della malaria, uniti all'esposizione a scorrerie piratesche/arabe
(nel 1553 il corsaro Dragut ne devasta il già rovinoso centro)
e nella seconda metà del '500 la città è pressoché
disabitata: nel 1559 a Olbia vengono attribuiti non più di
90 fuochi e alla fine del '600 appena 240 abitanti.
Il processo di spopolamento delle coste avviene in concomitanza
con il ripopolamento per afflusso delle genti còrse delle
zone interne della Gallura e di Tempio in particolare, che progressivamente
diveniva il nuovo riferimento economico e amministrativo della Gallura.
Il declino di Terranova comportò infatti nel 1568 il traferimento
della sede vescovile prima a Castellaragonese (oggi Castelsardo)
con la denominazione di "Civita e Ampurias" e successivamente nel
1810 alla nascita della Diocesi di Tempio-Ampurias. Nel 1614 i resti
di San Simplicio vennero traslati dalla cripta presso la basilica
(sconsacrata e in stato di abbandono) al centro nella chiesa di
San Paolo dentro le mura di Terranova. Ancora tra il 1826 e il 1828
Paul Valery nel suo "Voyage en Sardaigne" scriveva "Il villaggio
marittimo di Terranova, insalubre, spopolato, non ha duemila abitanti,
occupa il sito dell'antica e celebre Olbia. L'aspetto delle case
è quello delle grandi fattorie, (...); Nella campagna, la
chiesa di San Simplicio, che risale ai Pisani, è press'a
poco abbandonata (...)". Questo processo demografico sì invertì
solo con la seconda metà dell'800: rinominata in "Terranova
Pausania" dal 1862, con la riqualificazione del porto di Terranova
(dal 1870, a cui contribuirono tutti i comuni della Gallura) e l'arrivo
della ferrovia (la linea Sassari-Chilivani-Monti-Terranova venne
inaugurata nel 1881, cui si aggiunse il prolungamento a Golfo Aranci
e nel 1889 la diramazione Monti-Tempio) portarono alla rinascita
urbana del centro, che allora contava circa 3000 abitanti, in prevalenza
pescatori (con una nutrita comunità di origine ponzese) e
contadini. Nel 1880 il servizio regolare di linea (passeggeri e
postale) per Civitavecchia mediante piroscafi venne tuttavia spostato
da Terranova alla vicina Figari (oggi Golfo Aranci), prolungandovi
la ferrovia, lasciando alla prima il solo traffico merci e militare.
Solo nel 1920, a seguito di una insurrezione popolare, venne riattivato
il servizio a Terranova, il che diede avvio alla rinascita economica,
commerciale e demografica del centro mentre, a seguito dei lavori
di ampliamento e banchinamento del porto, nel 1930 venne inaugurata
la Stazione Marittima.
Nel corso del periodo fascista nel 1939 viene ripristinato
l'antico nome rom

ano
(Olbia), le viene inoltre aggregata la frazione di San Pantaleo
staccata dal disciolto comune di Nuchis e vengono realizzati regolari
collegamenti aerei con la penisola a mezzo di idrovolanti. Durante
la guerra subiscono bombardamenti il porto e il municipio. Bonificato
il territorio e debellata la presenza della malaria, nel corso della
seconda metà del XX secolo e in particolare dagli anni '60
la città cresce economicamente e demograficamente sotto la
spinta della scoperta turistica della costa nord orientale della
Sardegna (Costa Smeralda, Arcipelago della Maddalena, Santa Teresa),
della quale diviene il principale riferimento e centro di servizi.
La città passa dai 14700 abitanti del 1951 ai 45400 del 2001,
con un incremento senza eguali tra le realtà urbane dell'isola.
Primo porto passeggeri in Italia, nel 1974 viene realizzato il nuovo
aeroporto "Costa Smeralda" che sostituisce il precedente scalo di
"Venafiorita". L'aeroporto internazionale Olbia-Costa Smeralda ,
forte di un consolidato flusso turistico, è divenuto con
gli anni e con i suoi 1.700.000 passeggeri il secondo aeroporto
della Sardegna (dopo Cagliari-Elmas) e il 14° scalo italiano
per numero di passeggeri (dati 2005). Olbia è sede di università
(sede staccata dell'Università di Sassari, corso di laurea
in Economia e imprese del turismo), scuole superiori, Ospedale Civile
(con una nuova sede recentemente inaugurata in località Maltana),
sede locale dell'Agenza delle Entrate, sede staccata del Tribunale
di Tempio Pausania, Azienda Sanitaria Locale (ASL) n. 2 di Olbia
(che accorpa dal 1996 le precedenti ASL n. 3 di Tempio e n. 4 di
Olbia e con competenza estesa all'intera provincia), Capitaneria
di Porto, Autorità del Porto di Olbia-Golfo Aranci, Area
Marina Protetta di Tavolara-Capo Coda Cavallo (comprendente territori
situati nei comuni di Olbia, Loiri Porto San Paolo e San Teodoro),
nonché sede degli uffici previdenziali (INPS, INAIL). Dal
2005 vi è stata insediata la sede provvisoria della Provincia
di Olbia-Tempio (ex sede della Comunità Montana in via Nanni),
in cui attualmente ha sede la presidenza e dove si riuniscono la
Giunta e il Consiglio dell'Ente. Il 31 agosto 2006 con Delibera
Statutaria del Consiglio Provinciale a Olbia, è stata deliberata
la scelta del capoluogo. Olbia e Tempio Pausania saranno i capoluoghi
della Provincia di Olbia-Tempio, la cui sede legale e degli organi
della Giunta Provinciale avranno sede nella città di Olbia
mentre la Presidenza e Consiglio Provinciale si alterneranno con
la sede di Tempio Pausania. Gli organi della Provincia opereranno
comunque con i propri organismi consiliari ed articolazioni presso
la sede di Olbia.